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19 maggio 2012 6 19 /05 /maggio /2012 16:18

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venerdì 18 maggio 2012

Comunicato Stampa Associazione Rumori Sinistri. l'estorsione, il ricatto, la
minaccia e la violenza



La scorsa estate quattro lavoratrici di nazionalità romena avevano trovato
il coraggio di firmare una richiesta ispettiva alla Direzione Territoriale
del Lavoro di Forlì, in seguito alla quale tre di loro erano finite al
Pronto Soccorso dopo che l'albergatore - venuto a conoscenza del fatto -
aveva reagito aggredendole verbalmente.

Buttate fuori dall'albergo, quando ancora all'appello mancavano
rispettivamente sei mensilità, due di loro furono costrette a chiedere un
prestito ai loro connazionali per potersi pagare il viaggio del ritorno in
patria e a pernottare in alloggi di fortuna.

Nel verbale inviato all'Ispettorato del lavoro si faceva riferimento a
condizioni di messa in deroga del contratto, a ritmi di lavoro insostenibili
accompagnati - peraltro - da continue minacce e ricatti da parte
dell'albergatore.

Minacce e ricatti attraverso i quali l'albergatore ricordava alle
lavoratrici che lui poteva disporre delle loro vite a suo piacimento e
discrezione, tanto da poter interrompere in qualsiasi momento il rapporto di
lavoro lasciando le lavoratrici in assenza di retribuzione e alloggio.

Le stesse cittadine Romene, rappresentate con procura speciale dall'avvocato
Raffaele Pacifico di Cesena mediante rilascio di specifiche procure
notarili, hanno conferito e delegato l'espresso mandato di rappresentanza
nel giudizio penale e civile. In particolare è stata disposta da parte delle
lavoratrici un atto di denuncia depositato presso le Sezioni di P.G.
competenti, volte ad accertare eventuali responsabilità per ipotesi di reato
procedibili d'ufficio aventi caratteri "medioevali" ma ancora previste dal
codice penale vigente (anche se riviste nella forma).

Questa denuncia rappresenta un passaggio importante ed ulteriore rispetto
all'intervento e al lavoro di emersione sul fenomeno del lavoro gravemente
sfruttato nel settore turistico/stagionale promosso dall'Associazione Rumori
Sinistri. Attività, non a caso, partita quattro anni fa dall'inchiesta sulla
tratta dall'Est Europa finalizzata allo sfruttamento lavorativo nel settore
turistico alberghiero, fino ad approdare all'attività dello Sportello
Informativo rivolto ai lavoratori/lavoratrici stagionali.

Sono proprio i dispositivi quali l'estorsione, il ricatto, la minaccia e la
violenza quelli che vengono esercitati su quella fascia di lavoratori e
lavoratrici provenienti dall'Est europeo al fine di ottenere maggior
profitto a costo zero. Tutto questo avviene in un contesto dove il lavoro
nero come fenomeno strutturale facilita e agevola il grave sfruttamento
lavorativo, la riduzione in schiavitù e l'intermediazione illecita poiché
essi convivono in un rapporto di interdipendenza dal momento che per agire
uno si serve continuamente dell'altro. E questi processi in atto da anni si
stanno implementando anche ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici
stagionali autoctoni, perché sono i datori di lavoro e le associazioni di
categoria ad imporre e ad abbassare il costo del lavoro pur di mantenere
competitivo un turismo di massa come quello romagnolo. E in una fase di
crisi come questa, si ripropone un tema caldo, quello del lavoro e del
rispetto dei contratti collettivi nazionali, e quello della ridistribuzione
della ricchezza in termini di reddito per i lavoratori e le lavoratrici e di
servizi per la cittadinanza.

Quando gli schiavi e le schiave decidono di rompere (le catene) e il
silenzio omertoso che le li/le circonda attraverso l'invio di una richiesta
ispettiva agli organi preposti o la semplice rivendicazione del rispetto del
contratto di lavoro, è proprio in quel attimo, cioè quando si registra un
salto di qualità nella denuncia/emersione dello sfruttamento, che la
violenza viene agita da parte del datore di lavoro come forma di punizione
esemplare.

La storia di queste quattro lavoratrici è la storia di tante altre, vale a
dire la ripetizione di un copione che ogni estate fa da sfondo alla stagione
turistica.

Tuttavia non possiamo pensare che il problema dello sfruttamento lavorativo
legato alla intermediazione illecita si possa risolvere nelle aule dei
tribunali. E' compito di tutte le Istituzioni (locali, regionali e
nazionali) ridisegnare un nuovo modello economico e sociale del settore
turistico che sia in grado di interiorizzare regole - peraltro - già
esistenti al fine di combattere l'evasione fiscale, l'evasione contributiva
e garantire il rispetto e l'applicazione di quel contratto collettivo
nazionale del lavoro che rende tutti i lavoratori uguali nell'esercizio del
diritto. E' compito invece di tutti e tutte non lasciare sole queste
lavoratrici e promuovere una nuova cultura del lavoro, che parli di
ridistribuzione della ricchezza, di rispetto della legalità ovvero del
contratto, perché si possa "Lavorare meno e Lavorare tutti!".

Associazione Rumori Sinistri

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