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9 maggio 2014 5 09 /05 /maggio /2014 17:47

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    Di seguito un articolo sull' aspettativa di vita sana in Italia. emerge chiaramente come, in generale, sia cresciuta l'aspettativa di vita ma anche come, in particolare per le donne, il rischio malattie dal 2004 al 2012 è nettamente cresciuto passando da 71,5 a 61,5

"Vi sono probabilmente responsabilità di vario tipo, politiche, economiche,
sociali, ambientali, oltre al fatto che verosimilmente gli ultimi anni di
recessione possono aver peggiorato fortemente la situazione."

Non dubitiamo sul fatto che, in questo paese, la condizione generale delle donne sia nettamente peggiorata e che questa si rifletta immediatamente sulla salute.

Giustamente nella piattaforma dello sciopero delle donne abbiamo posto, tra l'altro: lavoro per tutte le donne- trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari; abbassamento dell'età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro; socializzazione\gratuità dei servizi domestici; asili, sanità, servizi per assistenza per anziani etc.

un saluto di sostegno e solidarietà alle lotte che con tenacia e determinazione dalla scuola alla sanità, dalle pulizie ai servizi alla persona si stanno facendo contro disoccupazione, precarietà, licenziamenti, tagli ai servizi
mfpr- milano

    

    IN ITALIA CONTINUANO A DIMINUIRE GLI ANNI DI VITA IN SALUTE



Valerio Gennaro, UO Epidemiologia Clinica, IRCCS - AOU San Martino, Istituto
Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova.

Giovanni Ghirga, Pediatra, Ospedale San Paolo, Civitavecchia (RM)

Laura Corradi, Sociologa, Università della California - Professore in
Sociologia della Salute e dell'Ambiente, Università della Calabria.



IN ITALIA CONTINUANO A DIMINUIRE GLI ANNI DI VITA IN SALUTE

La buona notizia è che in Italia la durata della vita media, dal 2004 al
2012, ha continuato a crescere, come è accaduto costantemente nei decenni
precedenti. Il nostro Paese rappresenta così una delle nazioni in cui questo
valore è molto alto: a fronte di una media europea che si attesta intorno ai
76,3 e 82,0 anni, per uomini e donne, in Italia si raggiungono
rispettivamente 79,8 e 84,8 anni. Lo rivelano i dati Eurostat, l'ufficio
statistico della Commissione Europea, sulla base di dati relativi a
cittadini europei forniti direttamente dai singoli Stati membri:

http://ec.europa.eu/health/ indicators/echi/list/index_en. htm.

Accanto a questo dato assolutamente confortante emergono contemporaneamente
altre evidenze tutt'altro che rassicuranti per il nostro Paese: dal 2004 al
2012 è calata fortemente l'aspettativa di vita libera da malattia. Questo
parametro proviene chiedendo, a un grosso campione rappresentativo
dell'intera popolazione, se negli ultimi 6 mesi, a causa di problemi di
salute, abbia subito limitazione alle attività quotidiane.

Dal 2004 il continuo peggioramento è stato evidente.

Nel 2012 l'aspettativa
di vita sana alla nascita è scesa a 62,1 anni negli uomini (era 68,7) e 61,5
nelle donne (era 71,0). I valori si collocano ora sul valore medio europeo
(maschi) o addirittura al di sotto di oltre 1 anno (femmine).

Questa tendenza è condivisa anche da altri Paesi europei, come la Danimarca
(la durata della vita sana nei maschi è scesa da 68,3 a 60,6 anni), l'Olanda
(da 65,4 nel 2005 a 63,5) e la Bulgaria (da 66,2 nel 2006 a 62,1). La
maggior parte degli altri paesi mostra andamenti stabili o in crescita;
spiccano, in senso positivo, l'Irlanda (aspettativa di vita sana maschile
aumentata da 62,5 a 66,1), il Lussemburgo (da 59,5 a 65,8) e la Svezia (da
62,0 a 70,9).

Dopo i 65 anni in Italia l'aspettativa di vita sana è scesa a 7,8 anni
(maschi) e 7,2 anni (femmine), la metà rispetto ai massimi europei e ben al
di sotto della media europea, rispettivamente di 9,0 e 9,3 anni.

CONSEGUENZE ANCHE PER I MEDICI DI MEDICINA GENERALE

Oltre alle ovvie considerazioni sanitarie e di qualità di vita dei singoli
individui, la situazione italiana ha altre immediate implicazioni: una di
queste è il fatto che i Medici di medicina generale, a parità di assistiti
rispetto a 10 anni fa, presentano un numero maggiore di soggetti malati, con
le naturali conseguenze in termini di quantità e qualità di lavoro e qualità
di vita.

Un'altra conseguenza è l'aumento della spesa sanitaria, poiché, come visto,
a fronte di un aumento dell'aspettativa di vita si è riscontrata una
riduzione dell'aspettativa di vita "sana", come dire che il numero degli
anni con disabilità tende molto ad aumentare.

A questo si aggiunge il fatto che un maggior numero di anni vissuti con
patologie invalidanti significa maggior sofferenza sociale, maggiori costi e
minore produttività, sia per i soggetti in età lavorativa che per i
familiari dedicati alla loro assistenza.

RICERCARE LE CAUSE

E' quindi fondamentale ora ricercare le cause di questo fenomeno, per porvi
prima possibile un valido rimedio.

Vi sono probabilmente responsabilità di vario tipo, politiche, economiche,
sociali, ambientali, oltre al fatto che verosimilmente gli ultimi anni di
recessione possono aver peggiorato fortemente la situazione.

La relazione tra crisi economica e salute pubblica è stata già ben
documentata negli anni '90 in Russia (Stuckler e altri Lancet 2009 374;
Stuckler e altri Lancet 2009 373).

Ma anche recentemente, sempre su Lancet, sono state documentate le
conseguenze dei tagli alla sanità e della politica di austerità instaurata
da qualche anno in Grecia (Lancet 2014 383; Lancet 2014 383).



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