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8 maggio 2013 3 08 /05 /maggio /2013 15:58

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Questo cinque maggio,

un  servizio delle Iene ha destato nel web un po’ di scalpore.


Io non stavo guardando la televisione (anche perché non guardo praticamente mai la televisione), ma questa nota mi ha convinta ad andarmi a cercare il video.





Vorrei chiarire che non ho niente contro “i papà”, intesa come categoria di persone di sesso maschile che hanno concepito, categoria che ricomprende all’interno una moltitudine di individui diversi fra loro.

Non ho neanche nulla contro “i separati”, né tantomeno contro chi si colloca nell’insieme frutto dell’intersezione di questi due vasti gruppi di esemplari del genere umano.


Nella nota de La rete delle reti femminili, quando si parla di “papà separati” non si intende “persone di sesso maschile che si sono sposate, hanno concepito dei figli e poi si sono separate”, bensì le cosiddette associazioni di “padri separati” che hanno ispirato i contenuti del servizio.

A queste associazioni viene attribuita una Weltanchauung, (termine che potrebbe essere tradotto come concezione del mondo), questa:


La donna, in quanto tale, è “sotto controllo” (e fino a un certo punto), solo se è tua moglie. Appena è la tua ex farà tanti e tali danni per cui merita solo odio e se ci scappa anche la morte, bè! queste donne sono esasperanti: il femminicidio se lo vanno a cercare.


Avevo già scritto qui di come viene spesso giustificato l’omicidio di una donna da parte dell’ex partner in una delle pagine gestite e commentate dai paladini dei “poveri papà separati”: con l’espressione conflittualità che può degenerare. E di chi è la colpa se degenera? Della donna, naturalmente.


Per queste associazioni il termine femminicidio è inappropriato, perché il femminicidio non esiste:




La violenza non ha genere: parlare di femminicidio significa mentire, perché al mondo muoiono molti più uomini che donne.


Per questi signori (e signore) il termine femminicidio sarebbe discriminatorio: usarlo significherebbe accusare il genere maschile nel suo complesso di essere per natura crudele e aggressivo. E questo non è giusto e privo di qualsiasi fondamento scientifico. (Nota bene: non è ironica questa mia affermazione! E’ vero che non è giusto e privo di qualsiasi fondamento scientifico).


Vi invito a leggere la definizione di femminicidio, riportata sul blog dell’Avvocata Barbara Spinelli: trovate qualche accenno ad una biologica predisposizione del maschio alla violenza? Io no.


Invece mi è capitato di trovare una interessante teoria sulla crudeltà femminile:


Le donne sono più spesso autrici di violenze domestiche in tutte le culture studiate. Ciò porta molti esperti alla conclusione che ci sia qualcosa di biologico sulle donne violente in ambienti familiari.


Indovinate dove l’ho trovata? In un blog che si preoccupa della sorte dei “poveri papà separati”; dal blog centriantiviolenza.eu: «Ma ci sono anche uomini vittime degli abbandoni: sono quelli che, nel rispetto della legge e per la vendetta di mogli incattivite, si riducono in miseria e depressione dopo una separazione. Sono quelli della mensa dei poveri, quelli che muoiono in un garage, quelli privati della gioia di vedere i loro figli. Non mi riferisco a persone disturbate o malvagie, ma a quei ex-mariti-padri normali, che non ammazzano nessuno e che sottostanno a decisioni superficiali di giudici e servizi sociali abilitati a disporre della vita altrui.»


Sono quelli del servizio delle Iene.


Non so voi, ma io trovo estremamente contraddittorio il contestare il termine femminicidio perché discriminatorio e contemporaneamente teorizzare una biologica tendenza del genere femminile alla violenza domestica.


La violenza sembrerebbe non avere genere in certi casi per riacquistarlo immediatamente all’occorrenza.


Veniamo ad un altro punto dolente della questione: le cifre.


Secondo le associazioni di papà separati, i “poveri papà separati” sul lastrico sarebbero milioni di milioni:




Ora: i separati uomini in Italia sono 640 mila, di cui con prole il 34%, pari a circa 200 mila (fonte).


Dove li tiriamo fuori 4 milioni di papà allontanati dai figli?

E gli 800 mila in stato di indigenza?


Ammettiamolo… 4 milioni … 800mila… sono numeri sparati a caso!


Viene da chiedersi: perché? Forse per creare l’illusione di un grave problema sociale?


Che buffo: fare disinformazione gonfiando le notizie allo scopo di allarmare l’opinione pubblica è proprio l’accusa rivolta a chi usa il termine femminicidio:



Parliamo del problema dell’assegno di mantenimento: l’ultima rilevazione Istat ci racconta che
l’assegno di mantenimento per il coniuge è stato assegnato solo nel 20,6% delle separazioni.

Parliamo dei poveri papà allontanati dai figli: l’89,8% delle separazioni di coppie con figli ha previsto l’affido condiviso.


Veniamo all’argomento più spinoso:
una ricerca del 2008 ci racconta che ben il 75% dei poveri papà separati è risultato non in regola con il pagamento degli alimenti.

L’anno scorso Save the Children ha presentato il dossier Mamme nella crisi che denunciava che: gli effetti della crisi colpiscono le mamme in modo sempre più grave, evidenziando, in Italia, un circolo vizioso che lega il basso tasso di occupazione femminile, l’assenza di servizi di cura all’infanzia, le scarne misure di conciliazione tra famiglia e lavoro e la bassa natalità, con una pesante ricaduta sul benessere dei bambini. La difficile condizione delle madri nel nostro Paese è infatti uno dei fattori chiave che determinano una maggiore incidenza della povertà sui bambini e sugli adolescenti.


Quanti sono, insomma, questi poveri papà sul lastrico? E in che condizioni sono le loro ex mogli?


Ma soprattutto: considerato che ci sono anche molte “povere mamme separate”, anzi, che ci sono molte più “povere mamme separate” che “poveri papà separati”, perché le Iene non hanno fatto un servizio sul “povero genitore separato” includendo entrambe le categorie?

8575047933_43d57ea874.jpgQuesta non è discriminazione?


Dovrei a questo punto parlare della questione dei falsi abusi. Ma l’ho già fatto, quindi vi rimando ai post dedicati:


Sui falsi abusi


Errori che costano… la vita


Lei mente


Vorrei concludere condividendo la riflessione de La rete delle reti femminili:


Cari “Le Iene”, ci avete molto deluse. Un programma da cui – almeno finché non ha cambiato conduttori – ci saremmo aspettate più obiettività. Ma ora lo conduce Mammuccari: quello che metteva le donne seminude a carponi, in vetrina sotto a scrivanie trasparenti.




Info su il ricciocorno schiattoso:

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.



Questa voce è stata pubblicata in affido e alienazione genitoriale, attualità, giustizia, notizie, società e contrassegnata con assegno di mantenimento, divorzio, femminicidio, le iene, mamme nella crisi, papà separati, violenza domestica, violenza sulle donne. Contrassegna il permalink.



Romano scrive:

7 maggio 2013 alle 07:15

Fondamentalmente credo ci sia disinformazione. Quindi chi riesce ad arrivare a certe trasmissioni popolari si trova in una posizione di vantaggio per raccontare la propria versione della storia.

Forse si può parlare con quelli delle iene, che in passato si sono distinti anche per avere smascherato molestatori e affini, non per parlar male dei padri separati, categoria così grande e variegata che rende impossibile generalizzare, ma per raccontare loro della PAS e dell’uso che si fa di questa teoria non riconosciuta e di fatto costruita apposta con un preciso obiettivo, di siti che esprimono posizioni misogine e presentano commenti che istigano chiaramente alla violenza di genere, di personaggi pubblici che esprimono concetti deprecabili e non vengono pubblicamente ripresi e costretti a chiedere scusa al pubblico che offendono, ecc.

Voglio dire, perchè non passare alle iene la lista di questi siti? Ce ne sono a iosa e credo che l’arma della diffamazione non possa essere usata come ritorsione fosse anche solo per i commenti che non filtrano. A scavare in quel mondo si può arrivare a scoprire cose incredibili.

La domanda però è, come si fa ad arrivare alle iene e farsi ascoltare. Per la verità gente che conosco ci ha provato e non ha ricevuto risposte. Spesso è inportante avere qualcuno che ti presenta. Siamo pur sempre in Italia dove l’amicizia è un aspetto fondamentale della vita.

Risposta

pinzalberto scrive:

7 maggio 2013 alle 08:45

L’ex marito di mia moglie non paga da anni gli alimenti per la figlia, e se non ci fossi stato io non so come avrebbero potuto sopravvivere. Si trasmettono i servizi sui poveri padri lasciati a se stessi, ma non parlano delle povere madri abbandonate con i loro figli o addirittura che non possono separarsi per evidenti problemi economici e sono costrette a vivere in ambienti familiari malsani. Mammucari è il tipico esempio di maschilismo, colleziona donne oggetto e fidanzate abbandonate. Probabilmente ha messo in piedi il servizio poiché stufo di pagare gli alimenti a Thais….. Mi è sembrato molto strano vederlo alle Iene, pensavo fossero più attenti a certi particolari.

Risposta

il ricciocorno schiattoso scrive:

7 maggio 2013 alle 08:59

Non so nulla della vita privata di Mammuccari e non ho idea di chi sia Thais… Quello che si contesta è il suo operato, le scelte discutibili dei programmi che conduce.


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