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6 giugno 2009 6 06 /06 /giugno /2009 12:31
http://www.reset-italia.net/2009/06/05/a-tavola-si-vota/


Lasciatemi scrivere qualcosa di cucina, sono anni che preparo, pur senza
essere uno chef e faccio i conti. Già perche quando si parla di cuochi,
come per le grande occasione del G8 in Abruzzo, esiste solo quello
maschio, senza tante distinzioni e  propensioni sessuali, come Michele
Persechini, il cuoco personale di Silvio Berlusconi, che allestirà il
suo noto menù tricolore, di pennette al pomodoro, al pesto e ai quattro
formaggi, compreso il gelato in versione trina bianco rosso e verde.

Anche tale Alfonso Iaccarino, si affretta ad applaudire la scelta della
dieta mediterranea del Presidente del  Consiglio, dalla sua “filiale”a
Marrakesh  al La Mamounia, uno degli alberghi piu’ belli e lussuosi di
tutto il mondo.

Vengo anche a  sapere che altri uomini hanno deciso una certa dieta per
le tendopoli  abruzzesi: “Risulta che il governo, o la Protezione civile
[che è la stessa cosa], abbia proibito nei campi di tende dei
terremotati abruzzesi bevande e cibi quali il caffè, la cioccolata, la
Coca cola e il vino.La ragione è che si tratta di «eccitanti». Si
vogliono sedare i senzatetto per evitare tumulti, litigi o
manifestazioni come quella che sabato 30 maggio ha violato la «zona
rossa» [citata così da tutti i tg] del centro dell’Aquila, al grido
sovversivo di «la città è nostra».

Scrivo ancora una volta per lamentare  o meglio spiegare che non mi manca
il cibo in prossimità delle elezioni. Non mi pesa dire no, grazie
magari, a una cena informale o un’ altra dove ti sazi come un cammello
ed esci magari col ricordo  in borsa del caro candidato o alla serata
con  persone amiche, quando non affannate compagne del tempo che fu e
non ricordo quando.

Io so che si  vanno  a comprare i pomodori pachino anche se non è ora ma
fa caldo e poi sono italiani, a euro 2  se tutto va bene, una mozzarella
che è bianca che nemmeno un candeggio la farebbe così, la rucola del
contadino raccolta proprio vicino alla discarica, il prezzemolo
incellofanato a 13 euro il chilo.

Io so che non vado a comprare tutto questo ma quando si è in 2 o 3 o più
attorno a una tavola, qualcosa devi pure mettere, fosse un piatto di
pasta con sugo e parmigiano, facciamo grana che costa un po’ meno.

Tutti i giorni mi chiedo che cosa preparo e quanto posso spendere, non
solo sotto Elezioni.

Eppure c’è un affanno e devo motivare perchè non vado a questo buffet.

Si ripete spesso nell’ultimo decennio, la lotta sul Menù, propiziatorio e
del futuro, la partecipazione all’evento.

Bene, forse gli anni che crescono, forse  la speranza che decresce, mi
fanno amare tutto quello che tocco, che odoro, che vedo e che sento,
anche le  parole possono essere d’aiuto ma non a tavola.

Non mi si può parlare di Menù dei prossimi anni, di purghe che mi
colpiranno o di assicurati buoni pasto.

Non vivo di banchetti o scampagnate con i compagni, vivo oggi e domani
non so. E oggi preferisco affidare ad un amico l’orto che sto
trascurando: mi assicura l’insalata e forse anche qualcos’ altro che ce
l’ha fatta a nascere, per lui e per me e imprecisati noi che non
mancano. Oggi so che posso offrire un caffè o una tisana alla menta,
cicoria ripassata e  ciliege raccolte e un po’ malandate per la pioggia
improvvisa.

Oggi non devo votare e non lo farò neanche domani o dopodomani per
cibarmi.  Non mi sento chiamata a raccolta, non mi sento un’ invitata
importante e tantomeno una mendicante di libertà e democrazia. Fate
conto che sia straniera e neanche sposata con un italiano. Non voto.

Doriana Goracci
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