Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
18 maggio 2009 1 18 /05 /maggio /2009 17:01
Il 18/05/2009, è stato pubblicato sul giornaletto trach e free-press delle metropolitane "Metro" (appunto!) un curioso articolo: "Le classi separate fanno bene ai due sessi" di un tale "Bruno Mastroianni".

 
Ebbene, la tesi sarebbe questa:
siccome le donne vengono discriminate sui posti di lavoro e la violenza sessuale aumenta, bisognerebbe, sin dall' infanzia, ricominciare a valorizzare le "differenze" sessuali.
E come?
 L' autore tira fuori la grande "genialiata" di tornare "secoli indietro": separando nelle scuole i maschi dalle femmine.
Secondo l' autore, infatti, le donne in Italia non sarebbero discriminate a causa di uno scarso (o nullo!) stato-sociale, dai padroni delle aziende che le considerano "capitale-variabile" più "oneroso" o costoso (a causa dell' allattamento o/e della maternità) o da una cultura capitalista che le valorizza solo in quanto "oggetti-attraenti" o "target" di consumo....
Ma dal fatto che, secondo l' autore, i maschietti non sarebbero più in grado di "riconoscere-le-specificità" femminili in quando i due generi si sarebbero un pò troppo "omologati"....
Quindi, quale soluzione migliore:
 separare gli uomini dalle donne sin dalla più tenera infanzia e dare a loro educazioni diverse (esattamente come succede nelle "teocrazie" ed in tutti gli stati autoritari)?
 
L' autore cita, per giustificare una teoria così demenziale, alcune scuole inglesi.
Infatti nota: in alcune scuole inglesi i maschietti vengono separati dalle femminuce ed, in Inghilterra, le donne stanno meglio e le scuole offrono un' educazione più formativa...
 
 
Dimenticando, però, che l' Inghilterra offre alle donne  i benefici di uno stato sociale (senza pari, forse superato solo dallo stato svedese) che l' Italia non ha mai conosciuto e che al livello "pedagogico" e "didattico"  gli inglesi godono  di una libertà di sperimentazione, di "ricerca" e di innovazione di gran lunga superiore a quello che prevede il sistema italiano.
Tra l' altro, come detto sopra, solo "alcune" scuole inglesi praticano il separatismo-sessuale (non quelle statali!) e, generalmente, sono le scuole gestite da religiosi o/e gruppi politici "conservatori" o legati alla vecchia nobiltà.
Quindi: definirlo "sistema-inglese" mi sembra un pò "esagerato"!
Cito alcuni "stralci" presi dal Corriere della Sera di Annachiara Sacchi (10/05/2009):
Sono più di 210 mila le scuole che, in tutto il mon­do, educano oltre 40 milioni di bambini secondo i principi delle differenze di genere. Si chiamano sin­gle sex school e, anno dopo anno, stanno minando il dogma della «coeducazione», quel traguardo che, dalla fine degli anni Sessanta, sembrava aver messo la parola fine a ogni discussione sulla pedagogia ap­plicata ai sessi. La tesi che sta alla base del progetto: maschi e fem­mine sono talmente diversi fisicamente e psicologica­mente che sarebbe un errore pretendere che possano fare le stesse cose (per esempio imparare a scrivere) alla stessa età. Meglio tenerli separati. «L’obiettivo — hanno spiegato pedagogisti, psicologi e presidi durante l’ultimo Congresso dell'European Associa­tion Single-Sex Education (Easse), lo scorso 24 aprile a Roma — sono le pari opportunità». Per tutti. Per­ché «se da una parte la presenza maschile limita la leadership femminile, dall’altra i ragazzi sono svan­taggiati dal più rapido sviluppo delle compagne».
Della serie: fai confusione, urla, comportati male e vedrai che conquisti il professore. Sembra un para­dosso, ma gli studi presentati lo scorso mese a Roma evidenziano come gli insegnanti diano più retta — non fosse altro che per tenerli a bada — agli alunni maschi e tendano a favorirli nei voti. Risultato: le ra­gazze sono trascurate e meno apprezzate. E in più «si perdono» nel cercare di farsi accettare dai compagni, entrando anche in conflitto con le coetanee. «Nelle classi omogenee, invece — analizza Klement Pola­cek, docente emerito della Pontificia università Sale­siana di Roma — non solo raggiungono performan­ce migliori, ma emergono nelle materie tecnico scien­tifiche, a loro solitamente precluse per colpa di uno stereotipo di genere». Anche i ragazzi ne «escono be­ne »: senza la concorrenza femminile, subiscono me­no il gender gap, la differenza di apprendimento.
Sempre lo stesso articolo aggiunge:
 
Le critiche alla scuola omogenea non mancano: «Si torna indietro di 40 anni»; «Dividere maschi e femmine è frutto di fobia sessista»: «È una forma di discriminazione». Tra gli scettici c’è lo psicologo Ful­vio Scaparro: «Il contatto tra generi è un arricchimen­to: rimanendo separati si perde la relazione con l’al­tro sesso in un’età in cui c’è bisogno di conoscersi e stare vicini. Insomma, in nome di un eventuale pro­fitto 'superlativo', il prezzo da pagare mi sembra troppo alto». Anche la scrittrice (e professoressa) Pa­ola Mastrocola è perplessa: «Sarebbe bello potersi permettere il lusso di riflettere su certe questioni. Ma i problemi della scuola, oggi, sono altri». Scaparro una soluzione — provocatoria — ce l’avrebbe: «Se il contatto tra generi è così pericoloso in classe, allora può esserlo anche sul lavoro. Dividiamo gli uffici: perché a scuola sì e negli altri posti no?».
 
Da tempo sospettavo che il regime che stiamo vivendo, qui in Italia,  sia in una fase piuttosto matura di  "controriforma": contro il sessantotto, il femminismo ed ogni genere di conquista civile e sociale. Non elenco i numerosissimi segnali che ne abbiamo avuto finora, perchè so che chi legge quest' articolo  è abbastanza attento e sensibile da sapere a cosa mi riferisco. Ora però stiamo andando in una direzione pericolosissima: torniamo a dividere le classi scolastiche tra maschi e femmine. A quando la reintroduzione della materia "economia domestica" per le future brave mogliettine?
A quando la determinazione di un look di stato per studentesse ed insegnanti donne?
 Poi queste supposte differenze genetiche porteranno alla classificazione di professioni maschili e professioni femminili?
Chi sarebbero questi "diversi neurologi e psicologi" di cui non si citano i nomi, perchè non ce ne sono,  in realtà, nessuno tra quelli accreditati a livello accademico?
 
Ecco quali sono i risultati del "pensiero della differenza sessuale", osannato tanto dalla pseudo-sinistra e da alcuna "pretaglia-progressista"...
Questa famigerata filosofia, che dovrebbe mirare tanto a "valorizzare la diferenza di genere", in realtà,  ci sta facendo fare solo passi indietro!
 
A quando  la riproposizione dei "ginecei"  nelle case private?!
 
                    Maddalena Celano

 

 
Condividi post
Repost0

commenti

Presentazione

  • : Iskra
  • : Da una scintilla scoppierà un incendio
  • Contatti

Categorie