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29 settembre 2013 7 29 /09 /settembre /2013 20:12

 

Da parte di settori del femminismo, ma in particolare di aree di donne
spesso espressioni o vicine alle istituzioni, al Pd e partiti parlamentari,
l'area attiva di "se non ora quando", e nello stesso appello per lo sciopero
delle donne del 25 novembre, si mette l'accento sul fatto che i femminicidi,
gli stupri sarebbero frutto soprattutto di una questione culturale, ed
espressione  di una società ancora patriarcale. Noi riteniamo invece che le
ragioni siano molto più strutturali e riguardino l'intero sistema sociale
attuale, e che sia di fatto fortemente deviante parlare invece solo di
"cultura".

Riportiamo da un testo in prossima uscita:
"...Questa guerra di bassa intensità contro le donne sul piano strategico è
la punta di iceberg dell'inarrestabile accentuarsi del groviglio di
contraddizioni di classe e sociali prodotte e in cui "precipita" questo
sistema capitalista e che noi poniamo a ragione della rivoluzione come unica
soluzione. Questa "guerra contro le donne" è diventata una delle
manifestazioni più evidenti della dialettica barbarie o nuova umanità...
In questi anni la condizione di oppressione delle donne, del 50% dell'umanità,
è stata sempre più appesantita e resa insopportabile con forme nuove e
ritorno di vecchie forme di sfruttamento e oppressione sessuale, con pesanti
attacchi sia alle condizioni di vita che ideologici.
La società capitalista, nella sua fase finale, di crisi, produce una
trasformazione anche soggettiva delle persone, per le fondamentali ragioni
di classe ma con processi omogenei che toccano tutte le classi e che dato il
dominio di classe si irradiano anche nel proletariato e nelle classi
oppresse.
E la violenza sessuale contro le donne è fino in fondo espressione e
manifestazione delle contraddizioni laceranti e irrisolvibili che vive
questo sistema:
alla possibilità concreta di formazione di un'umanità ricca, corrisponde un'ignoranza
diffusa, neo-analfabetismo, perfino la retrocessione dei livelli di
intelligenza degli individui, la riduzione dell'umanità a soggetti chiusi,
ottusi, sino a forme di neo-bestialismo dilagante. Alla possibilità di un'umanità
padrona di sé, corrisponde lo sviluppo di una umanità inebetita, schiava di
mode e di personaggi, di religioni, dei padri e padroni.
Alla possibilità di trattazione della contraddizione sessuale, con sviluppo
qualitativo delle relazioni uomo-donna, di liberazione sessuale connessa al
protagonismo delle donne, corrisponde invece una nuova e più aggressiva
oppressione sessuale, che noi oggi sintetizziamo con l'espressione "gli
uomini che odiano le donne".

Tutto questo mostra che la violenza sessuale contro le donne, con gli
stupri, i femminicidi ma anche con le forme più subdole, di molestie,
discriminazioni sessuali, suicidi delle donne, ecc., è espressione non di
una cultura contro le donne-sessista che può cambiare, con l'educazione
nelle scuole, ecc; nè di residui di un sistema patriarcale - che pur sono
presenti soprattutto nella sovrastruttura - che si possono superare; ma
della fase moderna, attuale del sistema capitalista; quindi non espressione
del passato, di una fase arretrata, ma dello sviluppo di una società che per
le sue stesse contraddizioni non può che generare marciume e morte,
concezioni da moderno fascismo (con tutto il loro carico di maschilismo,
sessismo, di odio "a prescindere" verso le donne in quanto donne),
concezioni trasversali, presenti a "destra", come a "sinistra", tra la
borghesia (dove le idee sono organiche alla realtà di classe) come in strati
del proletariato e dei settori oppressi (dove avviene una separazione tra
struttura di classe e sovrastruttura); come presenti, anche, tra alcune
donne della borghesia.

Parlare invece solo di "cultura", di "patriarcato" inevitabilmente copre la
realtà e che ha come risultato solo una lotta per eliminare questi aspetti
della società, conservandola (con il corrispettivo a livello di leggi, di
interventi che, bene che vada, sono basati sull'idea di repressione,
controllo delle manifestazioni più brutali e di messa sotto tutela delle
donne; non dimenticando, d'altra parte che oggi una maggiore attenzione
politica su femminicidi, stupri, stalking, viene usata anche come
deviazione: quando c'è "grossa crisi" bisogna spostare l'attenzione...).
Senza una rivoluzione che rovesci questo sistema sociale, esso non può che
produrre intensificazione della violenza e oppressione delle donne -
utilizzando tutte le armi, di cui quelle della cultura sono parte
importante, ma non dobbiamo cadere nell'imbroglio, di scambiare per
"arretrato" ciò che è "moderno", pur presentandosi non come sviluppo ma come
un "moderno medioevo"...".

MFPR Taranto
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